Vincent Van Gogh

Se io capissi quel che vuol dire

non vederti più…credo che la mia vita qui finirebbe…

Ma per me la terra è soltanto la zolla che calpesto

e l’altra che calpesti tu…

il resto è aria in cui…zattere sciolte…

navighiamo ad incontrarci…

Nel cielo limpido infatti

sorgono a volte piccole nubi,

fili di lana o piume…distanti…

e chi guarda di lì a pochi istanti

vede una nuvola…sola…che si allontana…

Antonia Pozzi

a te

Informazioni su Anna Laura

Tutto cio' che non mi distrugge mi rende piu' forte.

Una risposta »

  1. stefano ha detto:

    “calpestare terre diverse”, un simbolo di separazione semplice ed efficace che evoca suggestioni e pensieri difficili da rimuovere. Questo simbolismo si contrappone a quello del cielo, il cui dinamismo e la cui imprevedibilità lasciano maggiore spazio ai sogni.
    Buona giornata, Stefano

  2. Marpie ha detto:

    Sulle labbra dei grandi morenti (ma talvolta dei comuni) le ultime parole pronunciate sono tracciati spirituali. Van Gogh disse a Theo: C’est inutile. La misère durera toute la vie. In un’altra versione tramandata misère ha tristesse al suo posto. Era a letto, al caffè Ravoux, il giorno dopo lo sparo (27 luglio 1890) e i medici l’avevano appena visitato, non gli era apparso grave il suo caso. Theo glielo disse, come se questo potesse confortarlo e la risposta di Vincent fu: <>, Che cosa era inutile? Intendeva forse: è inutile che me la cavi, che ne venga fuori, la (mia) miseria ( questa miseria, la sciagura che mi perseguita) ha da durare tutta la vita, non c’è nulla da fare, meglio se finisce adesso…? Non credo Vincent abbia detto, invece di miseria, il più tenue tristesse. Miseria, al plurale, è in tutta la sua pregnanza anche nella mia Canzone per Vincen Van Gogh (1965), dove si evoca la tomba dei due fratelli tutta ricoperta d’edera nel cimitero di Auvers-sur-Oise:

    L’edera scura nel cimitero
    Piange sulle miserie, piangerà ancora.

    Le miserie: su tutte Vincent ha pianto, e queste tutte gli sarebbero a mucchi a mucchi sopravvissute. Ma nelle sue parole d’agonia serena, miseria non può che riferirsi a lui stesso e la sua messa avanti vale un gesto di scongiuro: <>. In due emistichi di Leopardi ( Le Ricordanze , 83-84) inutile e miseria sono associate per significare l’insignificanza della intera vita: Non ha la vita un frutto, / inutile miseria . Nel fallimento esistenziale di Vincent va compreso anche il suo modo maldestro di prendersi di mira: invece del cuore il proiettile gli attraversò l’intestino – e viaggia ancora.

    Affacciato a una piccola finestra con gerani che da direttamente sul Big Bang il filosofo di Friburgo in Brisgovia s’illumina di visione dell’unità trasferitasi e riguadagnata nella Lacerazione. Da un’altra finestra il Sublime di Koenigsberg si ritrae spaventato avendo scorto sotto di sè l’abisso dell’impotenza della Ragione speculativa. Qui, dal mio lucernario, si vedono passare le grandi ruote siderali della Notte stellata di Van Gogh, e d’incanto si stura il lavandino intasato dell’anima, l’anima liberata s’innamora della Sapienza e scopre che abita in un povero villaggio provenzale addormentato tra i cipressi, dove non veglia nessun filosofo.

    (Guido Ceronetti)

  3. Anna Laura Raffa ha detto:

    I tuoi passaggi sono importanti .
    Ti ringrazio molto.

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